Safari all’Etosha National Park
Namibia, Etosha National Park, un parco enorme, infinito, che occupa oltre 22.000 km2 (come l’intero Piemonte), uno dei più grandi di tutta l’Africa.
Nella lingua oshivambo (parlata dall’etnia ovambo che popola la regione), il nome “Etosha” significa “grande luogo bianco”, con riferimento al colore del suolo del deserto salino che costituisce il 25% dell’area del parco stesso.
Etosha fu fondato nel 1907, epoca in cui la Namibia era ancora una colonia tedesca col nome di Africa Tedesca del Sud-Ovest, allora con un’area di oltre 100.000 km², all’epoca la più grande riserva faunistica del mondo. Negli anni sessanta tuttavia, il parco venne progressivamente ridimensionato, fino a raggiungere l’attuale estensione.
Oggi ospita 114 specie di mammiferi, 340 di uccelli, 110 di rettili, 16 di anfibi e persino una specie di pesci. Fra i mammiferi presenti nel parco si possono citare gli elefanti, gli springbok, le zebre di Burchell, le giraffe, gli orici, i kudu, gli gnu, gli eland, i dik dik, i leoni, le iene, gli sciacalli, leopardi e i ghepardi. Endemico della zona, ma in via di estinzione, è il raro impala dal muso nero.
Le autorità del parco hanno recentemente reintrodotto i rinoceronti neri e i rinoceronti bianchi, che è relativamente facile avvistare nei pressi della pozza di Okaukuejo.
Anche l’avifauna è particolarmente ricca nei periodi in cui la pianura viene alluvionata dalle piogge, e si popola tra l’altro di fenicotteri, aironi e pellicani.
Fra gli altri uccelli presenti nel parco si possono citare: gli struzzi, l’otarda di Kori; l’avvoltoio orecchiuto; l’avvoltoio testa bianca; il grifone del Capo; il grifone dorso bianco; l’avvoltoio cappuccino; il serpentario; il marabù; il bucero dal becco giallo; l’aquila calzata; l’aquila rapace; l’aquila marziale; l’aquila nera; l’aquila pescatrice e tanti, tantissimi altri ancora.
Nella regione del parco abitano fin da tempi antichissimi i San (boscimani). Le popolazioni della zona hanno un proprio mito riguardo all’Etosha Pan: in seguito alla distruzione di un villaggio, in cui erano stati uccisi tutti gli uomini, una donna pianse tanto che le sue lacrime formarono un grande lago; quando le lacrime si asciugarono, rimase sul suolo soltanto il sale.
In seguito alle migrazioni bantu, nella regione dell’Etosha sopraggiunsero gli Ovambo, che oggi costituiscono l’etnia predominante della zona.
Il parco si trova a circa 500 km dalla capitale Windhoek e le due località sono collegate da alcune delle strade principali della Namibia settentrionale. L’aeroporto più vicino è quello di Tsumeb.
Per i più intraprendenti, il safari nel Parco Etosha si può effettuare con il proprio veicolo a noleggio (soluzione di viaggio in fly and drive) oppure, per chi cerca il comfort e vuole essere assistito da tracker esperti per la ricerca degli animali, c’è soluzione tour di gruppo, partenze sempre con massimo 8 partecipanti che prevedono anche una guida di lingua italiana.