. . . a un passo dall’Impero
Il 10 ottobre di 2000 anni fa moriva il generale romano Germanico. Amelia, splendida cittadina umbra in provincia di Terni, celebra questo bimillenario con la mostra installazione “Germanico Cesare… a un passo dall’impero”, visitabile presso il Museo Archeologico sino prossimo 31 gennaio 2020, dove tra l’altro è esposta l’unica statua bronzea del generale romano Germanico giunta fino a noi.
La mostra è stata realizzata su progetto di Marcello Barbanera, per rendere memoria ad un grande personaggio della storia romana.
La mostra presenta in un contesto teatrale, attraverso una sequenza di installazioni digitali, i successi ed infine la morte di Germanico. Sono affrontati anche i temi riguardanti le relazioni all’interno della famiglia giulio-claudia.
La mostra interattiva “Germanico Cesare… a un passo dall’impero” si inserisce in un anno tutto dedicato alla figura di Nerone Claudio Druso Germanico e al suo mondo.
La mostra è organizzata dal Comune di Amelia, dal Comitato Nazionale per le celebrazioni della morte di Germanico Cesare e dalla Regione Umbria, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con il sostegno e il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. Il progetto multimediale è stato realizzato da Progetto Katatexilux; la mostra è prodotta da Sistema Museo.
Il curatore del progetto Marcello Barbanera: “È una mostra installazione, perché attraverso sistemi di realtà aumentata il visitatore è trasportato nel mondo di Germanico tramite una narrazione visiva a carattere immersivo. Ho voluto partire dalla morte di Germanico perché è l’oggetto di questo evento. uno dei più grandi pittori del‘600, Poussin, ci ha lasciato un quadro superbo, oggi conservato a Minneapolis: rappresenta Germanico sul letto di morte circondato dagli amici e dalla famiglia; la mia idea è stata di rendere il visitatore parte di quello spettacolo.”
Nerone Claudio Druso Germanico muore a 34 anni, il 10 ottobre del 19 d.C., al culmine della carriera politica e all’apice della popolarità.
Per le sue capacità militari e diplomatiche egli divenne una tra le più apprezzate figure della società romana dell’epoca. Destinato a succedere al trono alla morte dello zio naturale e padre adottivo Tiberio, la sua scomparsa prematura gettò l’Impero romano in un momento di profondo cordoglio e numerose statue vennero erette in suo onore. La statua loricata in bronzo, rinvenuta nel 1963 ad Amelia, rappresenta oggi una rara testimonianza della gloria di questo personaggio.
La ricorrenza del bimillenario della morte di Germanico diviene così un’opportunità non solo per promuovere questo capolavoro della statuaria antica, ma per approfondire i numerosi aspetti che riguardano il personaggio sia nell’antichità sia nell’età post-antica.
La mostra installazione racconta e ricostruisce il destino di Germanico e della sua famiglia con una narrazione ottenuta tramite installazioni evocative che hanno come filo conduttore la storia del generale romano e si apre con la proiezione immersiva della morte di Germanico dal quadro di Poussin di Minneapolis.
Si tratta del quadro più celebre dedicato a questo soggetto: animato a grandezza naturale, trasformerà il pubblico in spettatore al capezzale del generale. Farà da ‘controcanto’ la scena di Agrippina che sbarca a Brindisi con le ceneri del marito, nella versione più riuscita del pittore americano Benjamin West.
Durante il percorso di mostra, attraverso il sistema di illuminazione, la narrazione visiva alterna fasi della morte e della vita di Germanico. Una videoproiezione descrive il suo all’interno della dinastia giulio-claudia, raccontando alcune vicende maggiormente rappresentative.
Appendici della mostra sono il video sulla ricostruzione di Ameria in età romana e, naturalmente, la meravigliosa statua bronzea conservata al museo.
Le esperienze multimediali di tipo immersivo e i video ricostruttivi potranno coinvolgere tutte le fasce di visitatori.
Con questa mostra installazione, il museo di Amelia diventa uno spazio ancora più accattivante, dove i visitatori troveranno supporti adatti a tutti: esperti, utenti non specializzati, adulti, giovani e bambini.
Durante tutto il periodo delle celebrazioni del bimillenario ad Amelia, molte iniziative collaterali hanno già arricchito il programma degli eventi: esibizioni musicali e teatrali, presentazioni di libri e saggi sulla figura di Germanico; mostre allestite in varie zone della città, performance artistiche, conferenze e approfondimenti su usi e costumi della società romana, sulla vita e la storia di Germanico, degustazioni e banchetti, workshop, laboratori e attività creative per famiglie e bambini.
La statua di Germanico, del I Secolo dopo Cristo, rinvenuta nel 1963 ad Amelia, è alta più di due metri, armata e coperta da una corazza riccamente decorata, e raffigura il generale Nero Claudio Druso Germanico: nato a Roma nel 15 a.C., sotto il regno dell’imperatore Augusto, era figlio del condottiero Druso Maggiore, fratello del futuro imperatore Tiberio. Fu adottato dallo zio Tiberio per volontà dello stesso Augusto, che voleva assicurarsi la successione e che gli diede in sposa la nipote Agrippina Maggiore.
Germanico fece una brillante carriera politica e militare che lo impegnò nei Balcani, in Germania e in Oriente. In Siria, al ritorno dall’ultima campagna, nel 19 d.C., il giovane principe morì a causa di un’ignota malattia: le circostanze misteriose della sua morte gettarono un’ombra di sospetto sullo stesso Tiberio, di cui era nota l’avversione nei confronti del figlio adottivo, a causa della sua crescente popolarità.
Dopo la morte furono tributati a Germanico grandi onori: le sue ceneri furono deposte a Roma accanto a quelle di Augusto e gli furono erette numerosissime statue sia in Italia sia nelle province. Uno di questi ritratti si trovava all’interno del tempio di Apollo Palatino a Roma: si tratta forse del modello cui si spirarono la statua di Amelia e gli altri ritratti dello stesso tipo.
Il bronzo di Amelia era probabilmente collocato nel campus della città romana, l’area destinata agli esercizi fisici e militari della gioventù locale: i complessi di questo tipo ospitavano di norma molte sculture, raffiguranti spesso proprio i membri della dinastia imperiale.
Insieme alla statua emersero un gran numero di corredi, capitelli, trofei e un altare.
L’installazione multimediale “Germanico racconta”, con immagini, video e fotografie, restituisce la storia del condottiero e illustra la statua in modo puntuale e coinvolgente.
Info:
www.bimillenariogermanico.it