Maschere e risotto
in Canton Ticino

Attesa in Canton Ticino la festa più colorata e divertente dell’inverno: il Carnevale.
Balli in maschera, musica di bande, coriandoli, cortei colorati e fracassoni con i carri che sbeffeggiano politici e VIP: l’allegria si sposa alla trasgressione e per qualche ora si dimenticano tutti i problemi.
Il re dei Carnevali ticinesi è senza dubbio il Rabadan di Bellinzona, seguono a ruota la Stranociada di Locarno, Nebiopoli a Chiasso e la coda ambrosiana che vede i suoi momenti d’oro a Biasca e Tesserete. Ma non sono solo i centri a tingersi dei colori del carnevale: ogni paese, ogni località festeggia a modo suo.
Ed eccoli i “carnevali” ticinesi, a partire dal Carnevale Rabadan, Bellinzona, in programma dal 20 al 25 febbraio.
Il grande appuntamento del Rabadan si ripete per il 157° anno e regala l’occasione per trascorrere nella capitale i giorni più divertenti dell’anno.

La festa comincia il giovedì con la consegna delle chiavi a Re Rabadan, il regnante ticinese più famoso, dopo di che si può cominciare.
Venerdì si tiene la sfilata mascherata dei bambini delle scuole elementari e materne del bellinzonese; sabato l’esibizione musicale delle allegre Guggen ticinesi e di oltre San Gottardo; la domenica, giorno di Carnevale, Bellinzona ospita l’atteso “Grande Corteo Mascherato”, al quale partecipano duemila comparse, che animano una sfilata umoristica di musiche, carri e gruppi, nella più sana tradizione del Carnevale di Re Rabadan. Il tutto è accompagnato da molti eventi collaterali come il concorso per la migliore maschera, il tiro alla fune e decine di bancarelle dove mangiare, bere e ballare fino alle prime ore del mattino.
Info:
www.rabadan.ch

E ora la “Stranociada” di Locarno, il 21 e il 22 febbraio.
Il nome del carnevale la dice lunga… “Stranociada” si potrebbe infatti tradurre come la notte dove non si chiude occhio: ventiquattro ore di carnevale nella Città Vecchia. Mediamente 7000 persone giungono a Locarno per divertirsi e godersi una notte libera piena di divertimento. Animazioni e musica nelle varie tendine creano un’atmosfera di allegria e baldoria. Il sabato la festa continua in piazza Sant’Antonio con la tradizionale risottata e con l’intrattenimento per i bambini.
Novità di quest’anno è il concorso dei bambini del sabato pomeriggio: le tre mascherine più belle verranno premiate da un’apposita giuria.
Sin dal lontano Ottocento, nella Città Vecchia, ogni anno si ripete la magia del Carnevale tra musica, tradizioni e tanta allegria.

La tradizione vuole che il tutto abbia inizio di venerdì, con i concerti delle “Guggen”. All’una di notte avviene la premiazione con ricchi premi e la sfilata di tutti i partecipanti in piazza San Antonio. Le molteplici tendine, sparse qua e là, invitano ad una sosta gustosa tra specialità locali e altre leccornie. Il sabato si torna tutti in piazza San Antonio per gustare il risotto con luganighe. E per più piccini non mancano giochi ed animazioni. di quest’anno è il concorso dei bambini del sabato pomeriggio: le tre mascherine più belle verranno premiate da un’apposita giuria.
Info:
www.stracionada.ch
In Ticino il carnevale ambrosiano si festeggia nelle Tre Valli (Leventina, Blenio e Riviera), a Tesserete e a Brissago, dove cioè è rimasto in vigore il rito ambrosiano della Chiesa milanese: le origini di questa suddivisione territoriale di carattere religioso risalgono al VI-VII secolo. Ciò significa, oggi, avere un ampio periodo del calendario dedicato al carnevale, che in ogni località assume comunque caratteristiche diverse.

Numerose tradizioni sono scomparse, particolarmente nelle città: l’annuncio della festa a suon di campanacci, ad esempio, non esiste quasi più, salvo che in casi sporadici. Altre usanze sopravvivono, ma trasformate: il ballo, un tempo rara occasione di incontro, oggi ha assunto il carattere di festa campestre, dove predominano la musica e la gastronomia. Anche in tale ambito, il risotto e la luganiga di un tempo avevano una preziosità oggi dimenticata; tuttavia si sono moltiplicate ovunque le occasioni per mangiare di tutto, con menù variati, in compagnia.
Continua invece il grande successo dei cortei mascherati che riscuotono sempre successo ovunque.
E ora la cucina.

Il Carnevale è tradizionalmente legato al divertimento e sinonimo di sregolatezza, trasgressione e di eccessi. In una società contadina quale era quella ticinese fino alla metà circa del XX secolo, questo si traduceva soprattutto in un’alimentazione più abbondante, anche perché il periodo precedeva la Quaresima, tempo di grande rigore e austerità anche a tavola.
Il piatto tradizionale del Carnevale era il risotto accompagnato dai prodotti della mazza, specialmente le luganighe. Anche oggi è il risotto a farla da padrone. Solitamente è servito gratuitamente sulle principali piazze cittadine il martedì grasso.
I ravioli dolci di carnevale o di San Provino e i tortelli di San Giuseppe sono dolci cotti nell’olio, burro o strutto abbondanti e si consumano nei mesi di febbraio-marzo, in occasioni festive, in Ticino e nell’Italia settentrionale.

Non mancano cortei in maschera, tombola, palo della cuccagna, scherzi, coriandoli, e, naturalmente, cibo in quantità. In occasione del carnevale, le scorpacciate sono d’obbligo: il termine proviene da carne levare, che allude al periodo di astinenza dettato dalla Quaresima, che comincia il mercoledì delle ceneri, giorno successivo al martedì grasso, che chiude il carnevale romano. Tipici di questa festa invernale sono: luganighe, risotto, polenta, dolci e frittelle di ogni genere.