Incredibile India

di Andea Castelli.

I-banchetti-del-mercato-in-India-03Incredibile India, aggettivo che rispecchia la sensazione di incredulità che pervade chiunque superi i varchi d’uscita dell’aeroporto di Delhi e che ti è fedele compagna di viaggio per tutta la permanenza in questa parte di mondo dalla quale ripartirai con la valigia della vita straripante di ricordi ed emozioni quasi difficili da raccontare ma sicuramente indelebili.
La quotidianità indiana è in antitesi con il concetto stesso di ripetizione, di routine, tutto è frutto di un mix perfetto di inventiva, sopravvivenza, tradizione, culto e armonia; la mucca sacra blocca l’incessante flusso veicolare (ed è l’unico essere a poterselo permettere), così come nel villaggio sperduto e privo di ogni infrastruttura, le mani callose e ruvide di un contadino, plasmate dal sole e dalla fatica, sono impegnate ad inviare un whatsapp. Tradizione e modernità convivono generando nel turista sconcerto ed ammirazione per una cultura tanto lontana quanto sorprendente e coinvolgente.

Negozio-di-stoffe-indianeDelhi racchiude in sé le contraddizioni di tutte le mega metropoli mondiali, baracche – comunque dotate di parabola satellitare – fanno da cornice ad interi quartieri di grattacieli dove tutte le principali Società internazionali hanno aperto filiali o call center; il costo basso della manodopera e la capillare diffusione della lingua inglese rendono conveniente aprire anche headquarters in India, a questo aspetto squisitamente economico si affianca significativamente l’elevato grado raggiunto da molte facoltà indiane, eccelle in molti campi l’Università di Varanasi, la Banares Hindu University, che con le sue 114 facoltà (tutte a numero chiuso) racchiuse in un mega campus di 15 km quadrati sforna ogni anno migliaia di laureati che al termine del percorso di studi trovano con molta facilità ingresso nel mondo del lavoro, soprattutto verso Stati Uniti ed Europa.

Sacerdoti-in-IndiaDinanzi a questa prolifica vivacità intellettuale stride moltissimo ricordare che in India sono tutt’oggi presenti le caste, quattro per l’esattezza: Bramini, guerrieri, commercianti e paria. Non sono più riconosciute dallo Stato ma dai cittadini si, altro aspetto controverso del mondo indiano. L’appartenenza ad una casta, permette o vieta la possibilità di svolgere determinati lavori e di avere quindi determinate carriere: per fare un esempio, solo gli appartenenti alla casta più elevata, quella dei Bramini, possono diventare Sacerdoti, mentre tutti possono diventare santoni. I Sacerdoti mantengono una vita in famiglia, con moglie e figli, mentre i santoni devono obbligatoriamente allontanarsi definitivamente da tutti gli affetti famigliari. Incredibile India, appunto!!

CandeleAnche per quanto riguarda il matrimonio ci troviamo dinanzi ad una oggettiva, quanto incomprensibile per noi occidentali, ritrosia ad aprirsi verso il futuro: tutt’oggi in India i matrimoni sono combinati dalle famiglie e spesso i futuri sposi si conoscono solo a ridosso delle nozze e se hanno invece la “fortuna” di frequentarsi prima non possono mai farlo da soli ma sempre in presenza di parenti guardiani. Anche in questo ambito le caste giocano un ruolo determinante, ci si sposa fra appartenenti alla stessa casta e quello che è ancora più assurdo è scoprire che anche a matrimonio celebrato – mediamente durano 5 giorni e a seconda del rango della famiglia si possono avere da qualche decina di invitati per arrivare e superare abbondantemente i 1000/1200 invitati – i coniugi non possono convivere e quindi consumare fintanto che il santone non stabilisce che ci sono tutte le condizioni astrali concomitanti e favorevoli per una lunga e prolifica vita di coppia.

Mezzi-di-trasporto-in-India-02All’inizio ho accennato al traffico indiano definendolo semplicisticamente “incessante flusso”, non vorrei apparire banale, ma il traffico, esempio perfetto di teoria del caos applicata alla vita quotidiana è una delle più significative rappresentazioni della vita indiana, fermarsi a guardarlo, rigorosamente in posizione di massima sicurezza mi raccomando, è un divertentissimo esercizio mentale e fisico. Impossibile stabilirne un concetto di precedenze ed in molti casi nemmeno di corsie o carreggiate, tutto è assolutamente lasciato all’inventiva e alla necessità del momento di ogni guidatore, sia esso di moto – senza specchietti retrovisori per essere più sguscianti nel traffico- che di auto o di camion, che sembrano non poter circolare se non avendo sempre superato abbondantemente la portata massima sia in termini di peso che di ingombro. Tornando alle moto anche per loro sembra che la regola sia di trasportare almeno tre passeggeri per volta, il record lo detiene un padre di famiglia (visto con i miei occhi, giuro), che aveva al seguito, due pargoli sui dieci – dodici anni e a chiudere la moglie con in braccio un bimbo di non più di un anno, fatti i conti? Cinque, pazzesco.
Quello che mi ha letteralmente fatto impazzire è scoprire che quasi tutti i mezzi in circolazione si dotano di amuleti contro la sfortuna, usanza tipica di Delhi è quella che ogni sabato gli automobilisti cambino questo porta fortuna fatto di frutta fresca reperendolo facilmente lungo le strade dove intrepidi venditori sfidando la sorte vendono agli automobilisti fermi in coda questo ben augurante cestino.. tutto bellissimo ed affascinante. E poi la colonna sonora di tutta la permanenza in India, i clacson, uno stillicidio interminabile, non comprensibile e ingiustificato, pare che faccia parte delle regole base per la guida, come utilizzare la frizione o le frecce, suonano tutti e sempre come se non ci fosse un domani.

Dinanzi ad inversioni ad U lungo le autostrade, cambi di carreggiata, si badi bene, non di corsia, carreggiata, animali che sbucano da ogni dove, pullman con numero di passeggeri indefinibile e replicato pari pari sul tetto dello stesso dove “futuri ginnasti” prendono comodamente posto; oppure automobili con “occupanti” occasionali che attaccati all’esterno del mezzo sfruttano il passaggio lasciando poi un piccolo obolo al guidatore, un concetto antesignano del roboante car pooling che fatica a prendere piede da noi in occidente.

Come-trasportano-le-merci-le-personeFulcro della vita indiana e degli indiani è senza dubbio la religione, permea e “condiziona” l’intera esistenza, lo stesso quotidiano è influenzato pesantemente dalle usanze e dai riti che ogni credente deve compiere, sia esso Buddista, islamista o Induista. Nella citta di Varanasi, sacra per gli induisti, ogni mattina alle prime luci dell’alba e al tramonto migliaia di fedeli si recano sulla sponda sinistra del fiume Gange per compiere l’abluzione nelle acque del sacro fiume, lungo questa sponda si trovano moltissime scalinate, dette ghats, che vengono utilizzate anche per portare al fiume le salme dei fedeli per ricevere la purificazione che renderà più veloce l’ascesa al cielo e poco prima di venire poggiati su pire composte da cinque tipi di legname, fra cui il sandalo, ed essere cremate. Questo rito è talmente radicato nella religione induista che non solo gli abitanti di Varanasi portano i corpi dei loro cari al fiume, ma anche fedeli provenienti da città distanti anche centinaia di chilometri, non è raro infatti imbattersi in automobili civili che trasportano sul tetto la salma del congiunto ricoperta da un sudario.

Dall’induismo deriva anche il Sikhismo, che in lingua sanscrita vuol dire discepolo, pare che la ragione della nascita di questa religione sia da ricercare nella volontà di questi credenti di combattere l’invasore musulmano non volendone accettare i comportamenti di prevaricazione violenta. Le regole sacre alle quali un Sikh deve sempre far riferimento nella vita riguardano l’onestà in ambito lavorativo e la grande disponibilità ad aiutare il prossimo; i templi Sikh sono un’incredibile dimostrazione concreta e quotidiana di solidarietà e altruismo, solo nel tempio di Delhi vengono cucinati ventimila pasti giornalieri per i più bisognosi, le derrate alimentari necessarie vengono donate da facoltosi credenti, e i meno abbienti, non potendo donare né cibo né denaro, offrono il loro tempo libero quali volontari. Ho potuto visitare le cucine di questo tempio e credetemi sono rimasto sbalordito dalla passione e dalla luce che emanavano gli occhi di questi benefattori.
Donna-anziana-indianaPer gli Induisti la ragione della loro vita è racchiusa nel Karma, nella ricerca costante della felicità e della realizzazione attraverso l’aiuto verso i più bisognosi: in India nessuno muore di fame ci è stato più volte ribadito dalle guide, mostrandoci a conforto della loro tesi, tantissime testimonianze concrete di mutuo soccorso, per esempio al di fuori dei cancelli dei principali ospedali vengono realizzate dal comune tendopoli nelle quali far alloggiare i parenti poveri dei pazienti ricoverati all’interno dei nosocomi, non limitandosi però al solo alloggio, ci sono infatti organizzazioni benefiche che portano quotidianamente cibo caldo per rifocillarli.

La cucina indiana si basa principalmente su carne di pollo o montone, riso e verdure, il tutto abbondantemente e sapientemente preparato con abbondante aggiunta di spezie, le principali utilizzate sono la curcuma, il cumino, il coriandolo, il curry e ovviamente peperoncino e aglio in quantità.
Lo street food è diffusissimo in tutta l’India ed è un elemento fortemente caratterizzante della quotidianità dell’indiano, abituato a mangiare fin dal mattino da questi artisti del gusto che con norme igieniche al limite del grottesco servono ogni genere di cibo, dalle zuppe d’aglio ai dolci a base di miele, passando per mix assolutamente impossibili da decifrare, ma sempre dai profumi particolarmente invitanti anche se spesso pungenti. Le strade sono contornate di questi carretti fumanti e profumati, pentole incrostate e olio fritto dal colore indefinito sono una costante tanto disincentivante quanto folcloristica.

Bambini-indiani-a-scuola-01Nel nostro tour abbiamo avuto l’impagabile opportunità di visitare una scuola situata in un villaggio agricolo distante 30 km dalla prima strada asfaltata, un’esperienza fantastica. Entrare nelle aule stracolme di questi bimbi poveri ma felici, entusiasti di incontrarci, lo stupore e il piacere di rivedersi in centinaia di selfie che con piacere abbiamo realizzato accettando ed esaudendo le loro allegre e vocianti richieste, l’orgoglio di mostrarti il sussidiario dal quale stavano apprendendo le prime nozioni di lingua inglese o i primi rudimenti di matematica ci ha commosso. Occhi felici, spensierati, sognanti. Sguardi che purtroppo difficilmente ritroviamo nei nostri bimbi troppo condizionati da noi adulti frettolosi e indaffarati a perderci il bello del quotidiano. Gli abbiamo consegnato penne, quaderni, matite colorate e quanto necessario per svolgere le lezioni, e la loro riconoscenza espressa con coloratissimi disegni che ognuno di noi si è gelosamente portato a casa è una di quelle emozioni che non possono non produrre una lacrima al solo ricordo. In india nelle scuole primarie nel periodo dei monsoni, nonostante le lezioni siano sospese, restano aperte le mense per permettere ai piccoli di continuare a mangiare seguendo un programma nutrizionale consono alla loro crescita.

Il fenomeno dell’accattonaggio, come ovvio che sia, è diffusissimo, sono numerosi ma mai molesti, sconcerta e rattrista invece scoprire che molte madri, per rendere il loro disagio ancor più palese e urtante drogano i propri pargoli con dosi di oppio al fine di una sedazione costante e sperano proficua. E’ faticoso ma bisogna imporsi di non ascoltare il cuore e girare lo sguardo, lo implorano le guide spiegando che il bene dei bimbi non è racchiuso nelle braccia di queste madri disperate. Fa invece sorridere vedere bimbi, anche in tenerissima età, mostrarsi al turista per farsi fotografare e subito dopo mostrare la manina facendo il gesto dei soldi, arte della sopravvivenza insomma.

L’itinerario di questo viaggio fuori dal tempo ha toccato ed abbracciato alcune delle più significative città dell’India, dall’arrivo a Delhi infatti, attraverso avventurosi quanto catalizzanti spostamenti in pullman si è raggiunta la città di Mandawa, famosa per gli haveli, tipiche case dei ricchi commercianti. Si è poi proseguito per la meravigliosa Jaipur, caratterizzata dal colore rosa-arancio dei suoi edifici, sui quali primeggia indiscutibilmente il palazzo dei venti, a pochi km dalla città poi si erge il maestoso forte di Amber, al quale si accede dopo un percorso a dorso di elefante.

I-treni-in-IndiaDa Jaipur ci siamo poi diretti ad Agra, costruita sulle sponde del fiume Yamuna, conosciuta in tutto il mondo per il Taj Mahal, considerato una delle sette meraviglie del mondo. Si tratta di un mausoleo molto imponente ma di una grazia sorprendente, strabilianti sono i dettagli: pietre semipreziose sono intarsiate nel marmo formando bellissimi disegni, da rimanerne a bocca spalancata, soprattutto se si pensa che è stato realizzato fra il 1631 e il 1653. Da Agra ci si è trasferiti a Gwailor per visitare la maestosa fortezza che domina la città e che è raggiungibile attraverso una strada costellata da moltissime statue e sculture degli apostoli jainisti scolpiti nella roccia. Il trasferimento da Agra a Gwailor è avvenuto utilizzando il treno Shatabdi Express, un’esperienza unica. Vivere la vita frenetica di una stazione ferroviaria indiana, con la sua variegata umanità fatta di lavoratori frenetici, donne dagli incantevoli colori e dalle infinite mani intente a trasportare ogni genere di mercanzia; facchini che sembrano sfidare le leggi della fisica per trasportare valigie e bauli dai pesi improponibili ed infine gli immancabili santoni che si mischiano ai barboni creando consessi stravaganti e curiosi, e quasi sempre silenziosi, ma animati da un gioco di sguardi che mi ha letteralmente rapito.

Orchha è stata la tappa successiva, non mi dilungo nel raccontare di palazzi, di rovine, di statue o di fortezze, a costo di apparire superficiale lascio la cittadina solo con il ricordo di un viso femminile dall’incantevole armonia, lineamenti dolci che facevano da contorno a due occhi incredibili: aveva un piccolo negozio di souvenir per turisti, e tutti gli uomini del nostro gruppo incantati incentivavano le proprie mogli all’acquisto, mai vista tanta pazienza da parte nostra ad attendere la conclusione delle “trattative commerciali”.
Khajuraho è celeberrima per il complesso dei Templi occidentali nei quali sono presenti le sculture erotiche del Kamasutra.

I-banchetti-del-mercato-in-India-01Di Varanasi ho già accennato in precedenza, vero che se si vuol conoscere l’India non si può prescindere da questa città, trasuda misticismo, magia, spiritualità, credenze e leggende. Ti comprime lo stomaco e ti apre il cuore, ti illumina gli occhi con i suoi colori e ti strapazza l’olfatto fra incensi, sandalo, spezie ed altri meno nobili sentori che ti frastornano e ammaliano trasportandoti in un vortice introspettivo dal quale ne esci inevitabilmente cambiato, magari anche turbato, certamente arricchito. La città vecchia sta subendo una radicale quanto lungimirante opera di trasformazione e riqualificazione urbana; le vecchie case, si è scoperto, per secoli sono state lo scrigno segreto di meravigliosi templi, inglobati all’interno delle mura di queste abitazioni ad uso esclusivo dei proprietari. Ora queste dimore stanno per essere tutte abbattute, gli abitanti trasferiti altrove con adeguato ristorno e i templi rivedranno quindi la luce e lo splendore di un tempo.

Visitare l’India, studiare le sue eterogenee popolazioni (18 lingue attualmente parlate) è prima di tutto un viaggio in sé stessi, un’ introspezione alla ricerca delle radici del nostro io più ancestrale e intimo, è una ricerca che porta inevitabilmente ad una rivisitazione e ad una rimodulazione dei propri valori e delle proprie priorità. La coinvolgente serenità che traspare dagli occhi contornati di kajal delle donne e dei bimbi indiani ti guida verso un mondo emozionale che noi abbiamo troppo frettolosamente barattato a favore di più immediate quanto effimere gioie materiali.

L’altruismo come doverosa partecipazione alla vita sociale, la ricerca del benessere spirituale passando per un sostentamento anche fisico che è prodromico a quello mentale e che è aiutato da una generosità mai banale, tutte peculiarità che non possono lasciarti indifferente.
L’incedibile India insomma è la destinazione ideale per il viaggiatore curioso e vorace, ne tornerà arricchito culturalmente e spiritualmente, pieno di domande e dubbi ma anche con una maggior consapevolezza sui propri limiti e le proprie prospettive. I pullman che trasportano turisti hanno sul vetro anteriore la scritta “tourist” ma credo si addica di più un “traveler”, questa terra necessità di una curiosità e di un’apertura mentale non comuni, chi ci arriva ci lascia un pezzo di cuore e riporta a casa tanta sana nostalgia.
Namasté