Oman, lungo la via dell’incenso
Nel Vangelo secondo Matteo, l’incenso fu uno dei tre doni portati dai Re Magi al Bambino Gesù al momento della nascita, a Betlemme: per la tradizione simboleggia la divinità di Cristo, mentre secondo la Bibbia l’offerta di incenso è un sacrificio di soave fragranza il cui buon odore giunge fino alle narici di Dio (Genesi 8, 21).
Di conseguenza, l’alzarsi della nuvola d’incenso dispersa dal sacerdote nel corso della Santa Messa, diventa simbolo della preghiera che si innalza fino a Dio (salmo 140, 2; Apocalisse di Giovanni 8, 3-5).
L’uso dell’incenso è un rituale importante anche durante i funerali, dato che si riteneva e si ritiene che i fumi accompagnino il viaggio del defunto nell’Aldilà.
La pianta dell’incenso cresce spontanea in numerosi Paesi del mondo, soprattutto in Africa, Oceania e Asia, ma nonostante il suo nome, quella che si può vedere in tanti giardini, sia piantata in terra che in vaso anche nel nostro Paese, non è quella da cui si ricava l’incenso utilizzato nei rituali liturgici.
Il suo profumo che un po’ lo ricorda, ha tuttavia contribuito a renderla nota con questo appellativo: il nome corretto della pianta è “Plectranthus”, che deriva dal greco e significa “Fiore a forma di sperone”.
Ma torniamo all’incenso liturgico, la cui pianta è chiamata Boswellia Sacra e appartiene alla famiglia delle Burseraceae, una delle specie più note per l’ottima qualità dell’incenso che essa produce.
La specie è oggi presente, seppure con consistenza minore rispetto al passato, nell’Oman meridionale, nella zona del Dhofar ; nel sud-est dello Yemen e nel Nord della Somalia.
Ed è appunto nel sultanato dell’Oman che a settembre, nella città di Salalah, dove in tempi antichi aveva origine la “via dell’incenso”, si tiene una grande festa a lei dedicata.
Un’antica rotta che, partendo dalla capitale del Dhofar, attraversa i maestosi deserti omaniti e le sue imponenti montagne; una lunga via caratterizzata dal commercio di questa resina speciale che dà vita all’incenso.
Oman, terra ricca di bellezze, di paesaggi incontaminati, di autentica ospitalità, ma anche scrigno di una cultura antichissima dove la preservazione delle tradizioni va di pari passo con l’apertura verso il futuro. Proprio in questo luogo di incontri e scambi commerciali tra Oriente ed Occidente, fin dall’antichità si produce e si vende l’incenso che si ricava da un arbusto chiamato Boswellia Sacra, che cresce negli altipiani desertici di Wadi Dawkah nei pressi di Rekyhut, al confine con lo Yemen.
Nei mesi di maggio e giugno i Jabali, i beduini di montagna, estraggono la resina e la lasciano essiccare e cristallizzare per tutta l’estate; la produzione viene poi raccolta a Sumhurum, città nella quale, secondo la leggenda, viveva la Regina di Saba e da cui partivano tutte le spedizioni dirette al Mediterraneo.
Un luogo, Sumhurum, magnifico, da non perdere durante un viaggio nel Sultanato, le cui rovine, risalenti al I secolo a.C., si trovano sulla costa orientale di Salalah, nei pressi di Khor Rori, un bellissimo fiordo desertico.
Una volta prodotto e pronto all’uso, l’incenso viene venduto a partire da settembre nel grande mercato di Salalah, esclusivamente dedicato a questa resina e all’olio essenziale che se ne ricava.
A Salalah, inoltre, si celebra l’antica resina anche nel Museo dell’Incenso Al Baleed, dove è possibile ammirare e scoprire le rotte marittime dell’Oceano Indiano e le ricostruzioni delle imbarcazioni che attraversavano la Via dell’Incenso, ma anche e soprattutto, conoscere le proprietà tonificanti, ricostituenti e antinfiammatorie dell’incenso omanita.
Non tutti infatti sono a conoscenza delle sue proprietà, dei numerosi benefici, come rimedio naturale, che può apportare al nostro organismo
Noto da tempo, tanto che nella medicina ayurvedica è spesso utilizzato per il trattamento di ferite o patologie infiammatorie, combatte le rughe ed è un buon astringente, oltre ad avere una funzione antibatterica: una volta acceso, i suoi fumi purificano l’ambiente, eliminando eventuali batteri rischiosi per la nostra salute.
Inoltre, in Oman e in altri Paesi Arabi, l’incenso è conosciuto come espettorante e antisettico.
E ancora, secondo la filosofia aromaterapica, è in grado di rilassare mente e corpo, ma anche di guarire asma e raffreddore.
E ancora, fare un massaggio con l’olio caldo d’incenso aiuta a lenire i dolori e i fastidi procurati dall’artrite reumatoide, agendo come antidolorifico e analgesico naturale, per la cura della cefalea blanda, dei dolori mestruali e degli stati febbrili.
Nell’antico Egitto infine, questa resina veniva mescolata agli altri ingredienti per il kajal, il trucco tipico.
L’Oman è situato nella porzione sud-orientale della penisola arabica, ha un’estensione maggiore dell’Italia con i suoi 309.500 km² e conta circa 2.400.000 abitanti.
Punto di incontro tra l’Asia e l’Africa, l’Oman si affaccia sull’Oceano Indiano e sul Mar d’Arabia ed è caratterizzato da 3 climi diversi, temperato, desertico e tropicale.
Il Sultanato ospita diversi siti annoverati fra i patrimoni UNESCO: la capitale Mascate, i wadi e le montagne, il deserto e i piccoli villaggi sono i guardiani di antiche tradizioni e della sua affascinante natura.
Quasi fosse sospeso nel tempo, l’Oman si apre al moderno con un occhio di riguardo per le proprie tradizioni: sport estremi e animati souq, lussuosi resort con moderne SPA, convivono con antiche fortezze e tradizioni dei popoli del deserto:
Il valore storico e culturale di questo territorio ha avuto un riconoscimento anche da parte dell’UNESCO che, nel 2000, ha inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità quattro siti della “Via dell’Incenso”: gli alberi di incenso di Wadi Dawkah, le rovine dell’oasi carovaniera di Shisr, la laguna di Khor Rori e il porto di Sumhurum, e il sito archeologico di Al Baleed.