Grottaglie e le sue “gravine”

Qualcuno le ha definite “la miniera d’oro della Puglia” e, probabilmente, con questa affermazione, non è andato troppo lontano dalla realtà: stiamo parlando delle “gravine”, incisioni erosive profonde anche sino a 200 metri, molto simili ai canyon americani, scavate dalle acque nella roccia calcarea, spesso coperte di vegetazione e disposte a ventaglio attorno al golfo di Taranto.
Per milioni di anni la roccia calcarea è stata erosa dai fiumi che hanno creato spettacolari vallate, e poi scavata dagli uomini per farne, nelle grotte, rifugi e chiese: oggi questi fiumi che così tanto hanno “lavorato”, scorrono sottoterra e sfociano nel mar Ionio come sorgenti sottomarine, mentre nelle valli sono ancora visibili le tracce di popolazioni che hanno preferito vivere in queste grotte piuttosto che in case tradizionali.

Una civiltà rupestre che ha espresso peculiarità artistiche giunte fino a noi grazie agli affreschi di decine di chiese che ancora oggi si possono visitare percorrendo queste grotte poste all’interno e sui lati delle gravine, insieme ai paesi che sono sorti ai loro margini.
Il tutto è racchiuso nel “Parco Terra delle Gravine”, il parco  più grande della Regione, suddiviso tra 14 comuni, tredici dei quali in provincia di Taranto e uno in provincia di Brindisi.

Difficile raccontarle tutte, ed è un peccato, perché ognuna di queste gravine potrebbe essere il palcoscenico di una grande avventura: oggi ci limiteremo a conoscerne alcune, forse nemmeno le più importanti o le più belle, solo “alcune”: oggi ci occuperemo di quelle sul territorio di Grottaglie, cittadina nota in particolare per la sua ceramica, deve inoltre il proprio nome, e non poteva essere altrimenti, proprio alle sue grotte, testimonianze di una civiltà rupestre che ha espresso peculiarità artistiche giunte fino a noi grazie agli affreschi delle sue chiese.
Tre le principali gravine di Grottaglie che si possono visitare, in particolare quelle di  Lama di Penzieri, del Fullonese e quelle di Fantiano. Senza dimenticare la gravina di San Giorgio, con i suoi affreschi.

Lama di Penzieri è una piccola oasi di pace, immersa nel verde e nel silenzio e le grotte che vi si trovano, si aprono lungo scoscesi pareti raggiungibili da stretti sentieri e scalette intagliate nella roccia ed è proprio in una di queste che è possibile visitare e ammirare la chiesa di San Biagio, risalente al 1500.
Affascinante nella sua semplicità, la chiesa, grazie alle ampie tracce di affreschi e sculture policrome, recuperate e custodite con passione dai volontari della cooperativa sociale Insieme, che da anni si occupano della pulizia e della manutenzione della chiesa, è un vero e proprio gioiello che non può andare perduto.
Le pitture della volta e delle pareti rappresentano un ciclo pittorico tra i più interessanti della Puglia ispirati a modelli bizantini: sono rappresentate scene cristologiche ispirate anche ai Vangeli apocrifi e figure di Santi.

Lunga oltre 800 metri, la gravina Lama del Fullonese, è un susseguirsi di grotte che si aprono sui versanti del profondo burrone che, contrariamente ai canyon americani, in questo caso sono ricoperti da folti cespugli di timo, serpillo e ruta che profumano intensamente l’ambiente, mentre alberi di vario tipo e dimensione occupano le varie terrazze:
Qui le grotte sono molto diverse una dall’altra, perché così le hanno volute le popolazioni che nel corso dei secoli le abitarono: la denominazione “fullonese” deriva da “fullones” o conciapelli o tintore, mestiere esercitato da una piccola colonia di ebrei, sfuggita dall’eccidio e dall’incendio di Oria del 977.
Sul fianco destro della gravina si scorge la Chiesa rupestre inizialmente chiamata dei SS. Pietro e Paolo (VI-VII) ed in seguito detta di San Pietro dei Giudei, composta da due elementi con un altare di roccia tagliata a dosso alla parete, sul quale un tempo si ergeva un crocifisso con ai lati la Vergine, San Giovanni Evangelista, San Paolo e San Leonardo.

L’insediamento rupestre delle cave di Fantiano era tra i più importanti centri della comunità grottagliese durante il Medioevo: la gravina si adagia tra la pineta e la macchia mediterranea, un tempo splendida cornice naturale di un importante insediamento rupestre medievale, tra i centri più popolosi della comunità.
Frequentato fin dal Neolitico, l’habitat rupestre era caratterizzato da ampi terrazzamenti, sui quali si ritrovano numerosi ambienti, tra cui uno dotato di cisterna, accessibile attraverso una scalinata nella roccia. Da qui si passa a un giardino ricavato in un terrazzamento, sul quale si aprono alcune grotte e numerosi incassi per arnie. Le sue cave oggi sono sede di un teatro all’aperto che ospita grandi eventi culturali.

E chiudiamo questa nostra carrellata con la gravina di San Giorgio dove, in una grotta, nascosta forse da mille anni, è stata scoperta unì’antica chiesa rupestre scavata nella roccia viva sulle cui pareti sono stati trovati tre splendidi affreschi raffiguranti San Nicola, Santa Barbara e il Cristo benedicente.
Non solo gravine tuttavia, Grottaglie, come detto è conosciuta anche come la “Città della ceramica” e tra l’altro, proprio dal quartiere delle ceramiche, a pochi passi dal centro storico, è ben visibile l’ambiente rupestre delle gravine.
Per restare alla ceramica, rispetto a quanto avviene negli altri centri di antica produzione ceramica, Grottaglie è l’unica città della ceramica con un quartiere interamente dedicato alla produzione di questo tipo artigianato: sorge in ambiente roccioso e grazie ai ceramisti, che nel corso dei secoli lungo la gravina di San Giorgio, hanno ricavato laboratori e forni di cottura, si è sviluppata una fiorente attività artigianale, riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
Ad oggi Grottaglie con le sue 50 botteghe di ceramisti è inserita nel ristretto elenco delle 37 città della ceramica italiana.

Grottaglie

Info:
L’associazione Grott’Art organizza escursioni nelle gravine di Grottaglie e i tour sono ideati e condotti da guide ambientali escursionistiche Aigae (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche): la partecipazione è aperta ad un massimo di 20 partecipanti e quindi è necessario prenotarsi.
Per quanto riguarda la disponibilità, ricordiamo che nei mesi di settembre, ottobre e novembre, le escursioni sono previste, anche se cdon orari diversi, tutti i sabati e le domeniche.
In considerazione della pandemia di coronavirus, è obbligatorio presentarsi con mascherina e rispettare il distanziamento sociale. Sono richiesti abbigliamento e scarpe comode. Alla fine di ogni percorso è prevista una degustazione di prodotti tipici.
Il tour dura circa 3 ore e il costo è compreso tra i nove e i 15 euro, mentre la partecipazione dei bambini e ragazzi, dai sette ai 14 anni, è di 7 euro.
Info-Point Grottaglie
Castello Episcopio, largo Maria Immacolata
Tel. 099 5623866
infopoint@comune.grottaglie.ta.it