Riale, si preparano le piste
Per il momento, causa la pandemia di Coronavirus e il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio che ha stabilito la Regione Piemonte, “zona rossa”, sino ai primi del prossimo mese di dicembre, non sarà possibile raggiungere la montagna e iniziare la stagione dello sci.
Non per questo però, a Riale, la frazione del comune piemontese di Formazza, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, a 1718 m sul livello del mare sulle Alpi Centrali, i lavori di preparazione si sono fermati: il primo passo verso l’apertura della stagione sciistica, in particolare lo sci di fondo, è infatti già iniziato.
L’imprenditore turistico e responsabile del Centro Fondo Gianluca Barp, ha fatto posare quasi 1 chilometro di neve “riciclata” dalla scorsa stagione grazie all’innovativa tecnica dello snowfarming. Con l’abbassamento delle temperature, previsto nei prossimi giorni, a questa “vecchia”, si andrà ad aggiungere nuova neve sparata dai cannoni, tanto da finire di completare il percorso.
Come detto quindi, nonostante le restrizioni e l’attuale lockdown, a Riale si continua dunque a lavorare in attesa dell’auspicato ritorno alla normalità: l’esperimento dello snowfarming, organizzato per il secondo anno consecutivo, inizia infatti a dare i suoi frutti.
Lo scorso marzo, a conclusione della stagione invernale, Gianluca Barp aveva infatti stoccato, nell’eventualità che la neve tardasse a cadere, oltre 4.000 metri cubi di neve sotto tecnologici teli geotermici con fibre di alluminio, intervallati da strati di ovatta con caratteristiche isolanti, grazie al supporto tecnico di Snow Makers, un’azienda specializzata svizzera. Questi speciali materiali di copertura garantiscono il doppio beneficio di proteggere termicamente la massa sottostante e, grazie all’azione riflettente, di non far penetrare i raggi UVA.
Particolarmente diffusa nel nord Europa, la tecnica dello snowfarming è ancora piuttosto nuova in Italia: viene utilizzata a Livigno, grazie al lavoro dell’Ente di Promozione Turistica, mentre a Riale è il primo esperimento in assoluto svolto da un imprenditore privato.
“Dopo l’esperimento “artigianale” dello scorso anno con l’utilizzo di una copertura di cippato, abbiamo voluto alzare l’asticella e affinare questa tecnica utilizzando I teli geotermici grazie alla collaborazione con un nostro partner specializzato svizzero – spiega Gianluca Barp – a causa anche di un’estate particolarmente calda, dei circa quattromila metri cubi di neve stoccati lo scorso marzo ne abbiamo recuperati meno del previsto. Tuttavia siamo soddisfatti perché si tratta soltanto di una tappa di un progetto in evoluzione e che svilupperemo nell’arco di quattro anni. Ora siamo pronti, nella speranza che presto si possa tornare alla normalità e si possano accogliere tutti gli appassionati dello sport e dello sci di fondo, sia professionisti che semplici amatori”.