Ruota a Ruota
La Direzione Regionale Musei Veneto del Ministero della Cultura propone la grande epopea della bicicletta così come raccontata dai preziosi manifesti patrimonio della Collezione Salce, con la mostra: “Ruota a Ruota – Storie di bici, manifesti e campioni”: a firmare le affiches che Elisabetta Pasqualin ha selezionato per questa ricca esposizione, sono artisti come Dudovich, Mazza, Malerba, Ballerio, Villa, Alberto Martini, Codognato, Boccasile.
Dalle bici illustrate a quelle che hanno scritto la storia recente del ciclismo: in mostra, sono presenti anche alcune delle biciclette della collezione Pinarello che hanno portato alla vittoria campioni in tutte le grandi classiche del ciclismo mondiale.
Quando, poco più di due secoli fa, il barone Karl von Drays inventò la bici – all’epoca di legno e senza pedali, dotando di sterzo un primo rudimentale modello del 1791 del conte francese De Sivrac – certo non immaginava che quel suo “attrezzo” sarebbe diventato il più popolare mezzo di trasporto del pianeta.
E ancora meno dovette supporlo Leonardo, che nel Codice Atlantico – correva l’anno 1490 – schizzò qualcosa di molto simile alla bicicletta: di sicuro nessuno dei due poteva supporre che gli eredi di quei loro prototipi avrebbero avuto un peso così importante nella storia sociale del mondo, influendo sul costume, sui viaggi, sul turismo, sul processo di emancipazione della donna, sull’economia.
Valga, per fermarci all’ambito trevigiano, il caso della Menon, “Fabbrica di velocipedi in acciaio su commissione” e poi di vetturette, che agli inizi del ‘900 valeva quanto la Fiat, segnando l’inizio di una produzione che, passando poi per la Carnielli e la Bottecchia, porta oggi alla Pinarello, che in questa mostra allinea una illustre serie di sue creazioni.
Ed è proprio dagli albori del Novecento che la mostra prende il via: Antonella Stelitano, che dell’esposizione curata da Elisabetta Pasqualin, è la consulente storica e ha curato una parte dei testi del catalogo, sottolinea che: “La bicicletta fa parte del patrimonio culturale del nostro Paese. La storia di questo mezzo è un racconto di eroi che contribuiscono a creare quell’identità nazionale che si esalta nelle imprese di campioni come Girardengo, Coppi e Bartali. Le grandi corse a tappe, prima tra tutte il Giro d’Italia, sono state un collante che ha unito il Paese, mostrandone le bellezze mentre si raccontavano le gesta dei corridori. Gli italiani imparano la geografia leggendo i nomi dei luoghi attraversati dalla corsa, nascono giochi per bambini ispirati al Giro. Nessuno sfugge al fascino di questa manifestazione, nemmeno scrittori importanti come Buzzatti, Gatto, Pratolini, Campanile e Anna Maria Ortese, che al seguito del Giro d’Italia ci regalano un racconto che non è mai solo sportivo. E’ il racconto di un Paese in movimento”.
Due le sezioni principali del percorso espositivo: da una parte lo sport e l’agonismo, con i suoi protagonisti, le produzioni, i marchi e l’esposizione di pezzi storici della collezione Pinarello; dall’altra gli aspetti sociali: le donne, il costume, i viaggi, il turismo, appunto.
“La “terrazza – precisa la curatrice Elisabetta Pasqualin – accogli la sezione dedicata allo sport: sono esposti i manifesti della collezione Salce, che abbracciano un arco temporale che va dai primi del ‘900 al 1955 circa e che illustrano la nascita delle principali industrie: Cicli Maino, con Costante Girardengo, Torpedo con Alfredo Binda e Georges Ronsse, Olympia, Maino, Atala con Ganna, Pavesi e Galletti, poi Piave, Prinetti e Stucchi poi solo Stucchi, Bianchi con Gaetano Belloni, Menon di Roncade, ed altri”
Segue una sezione speciale sulla storia dell’industria ciclistica italiana con l’esposizione di biciclette della collezione Pinarello: biciclette che hanno scritto una pagina di storia del ciclismo italiano: sono esposte 15 biciclette, con relativi pannelli esplicativi e immagini del campione a esse legato”.
A piano terra trova invece spazio una sezione dedicata alla società e alla socialità, che abbraccia un arco temporale che va dalla fine dell’800 agli anni ’40 del Novecento.
Sono rappresentate anche le prime industrie straniere, come Townend Cycles (1896), Rambler Bicycles (1900) oltre a quelle italiane, come Maino, Stucchi, Dei, e molte altre.
In mostra, accanto ai manifesti, anche alcune delle le bici di casa Pinarello che hanno segnato momenti magici della storia del ciclismo degli ultimi decenni.
Nel 1951 Giovanni Pinarello vince la Maglia Nera del 34^ Giro d’Italia.
C’è in mostra anche la Pinarello con cui Guide de Rosso vinse il Tour de l’Avenir, e ancora la Pinarello di Bertoglio vincitore del tappone dello Stelvio (1975), e quelle di Franco Chioccioli, Miguel Indurain, Andrea Colinelli, Jan Ullrich, Alessandro Petacchi, Sir Bradle Wiggins, Elia Viviani, Chris Froome, Egan Bernal, Richard Carapaz.
“Ruota a ruota. Storie di bici, manifesti e campioni” gode del sostegno di Assindustria Venetocentro, Imprenditori Padova Treviso, del patrocinio di Comune di Treviso e della Provincia di Treviso ed è inserita nel calendario degli eventi del progetto “Capitale della Cultura d’ Impresa 2022”.
Info:
Ruota a ruota. Storie di bici, manifesti e campioni
dal 26 maggio al 2 ottobre
Santa Margherita, nuova sede del Museo Nazionale Collezione Salce
Treviso
www.collezionesalce.beniculturali.it