Tra i laghi di Sopranes
Siamo nel Parco Naturale del Gruppo Tessa, il più grande dei 7 parchi dell’Alto Adige e “incontriamo” i laghi di Sopranes: uno dei cammini per raggiungerli parte proprio da Tirolo: prendendo la funivia dell’Alta Muta, la cui stazione si trova nei pressi del centro del paese, si arriva alla stazione a monte e si imbocca il sentiero n. 22.
Da questo punto in poi, inizia un percorso circolare di 13 km, con un dislivello in salita di 1140 metri, che richiede resistenza e assenza di vertigini, ma che regala viste incomparabili da varie prospettive.
Il primo lago che si raggiunge, dopo circa 3 ore, è il Lago di Latte (in realtà sono 2, uno più piccolo e uno più grande), a 2540 m s.l.m., segue il Lago Lungo a 2589 m, il più grande con una lunghezza di 1 km, larghezza di 300 metri e profondità di 35 metri.
Si prosegue e successivamente si raggiungono il Lago Verde (2338 m), il Lago Nero (2589 m), il piccolo Lago Lavagna (2501 m), il Lago Catino (2518 m), il Lago di Casere (2117 m), il Lago di Vizze (2126 m) e infine il piccolo laghetto delle Zanzare.
Queste 10 perle al centro del Gruppo di Tessa, sono i laghi alpini più belli e famosi dell’Alto Adige e rappresentano la più grande piana lacustre alpina d’alta quota della regione: uno spettacolo naturale unico, che copre una superficie totale di 30 ettari e si estende ad un’altitudine da 2117 a 2589 metri
Ogni specchio d’acqua è diverso dall’altro, per forme e per colori: gioielli policromi difficili da dimenticare per l’incanto dei giochi di luce che si creano con i raggi del sole. La flora e la fauna di questi splendidi scenari sono molto suggestive e, sebbene difficili da vedere, nelle acque dei Laghi di Sopranes vivono dei salmerini.
Formati ed alimentati dai ghiacciai risalenti all’era glaciale, questi laghi fungono anche da importante serbatoio d’acqua per il territorio circostante.
Il periodo ideale per andare alla scoperta di queste meraviglie è da giugno a settembre e non è raro trovare, lungo la riva, della neve o del ghiaccio residui, testimoni ostinati dell’inverno passato.